La brillanza del cielo non è mai costante. Essa varia a breve termine a causa delle variazioni atmosferiche o, più in generale, delle variazioni climatiche stagionali. Quella naturale, inoltre, varia in relazione al ciclo undecennale di attività solare. In genere le misure standard si riferiscono a notti limpide, spesso a quelle che gli astronomi chiamano notti fotometriche. Per minimizzare l'effetto delle variazioni atmosferiche quando possibile si fa la media di misure ottenute in più notti ed ad ore diverse durante la notte. Per ottenere la brillanza dovuta a sorgenti artificiali nei siti ove essa non è predominante, occorre sottrarre la brillanza naturale tenendo conto che essa dipende dalla zona di cielo osservata e dal ciclo di attività solare (v. Garstang 1989). Questo è inutile per siti ove la brillanza naturale è trascurabile rispetto quella artificiale.